IL FONDAMENTO CHE NESSUN TERRORE PUO’ DISTRUGGERE

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Un dolore profondo corre da Parigi al mondo, da Beirut alle nostre città.

Una domanda di vita e di significato ci unisce a tutti quelli che soffrono. La vita che per tutti è data per rispondere e fare esperienza della domanda “che cosa vale la pena?, che cosa darà l’uomo in cambio di stesso?”, ci unisce in modo imprevisto, sconcertante e nuovo. Questo fondamento che dà origine alla cultura, all’esistenza delle nostre città, oggi colpite da inaudita violenza e dalla bestemmia ci unisce. Possa l’offerta amorosa di Cristo innocente farsi strada nei nostri cuori per divenire pace e speranza “in” questo mondo.

Facciamo nostre le parole di Autorità e persone che tracciano un giudizio e un invito

che non separa l’io dai fatti, i morti dai vivi, la storia dalla verità.

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Venerdì’ sera la serie di attentati nella capitale francese che hanno tolto la vita a 129 persone ferendone oltre 200. Ecco le parole di Julián Carrón

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Comunione e Liberazione si unisce alla commozione, al dolore e alla preghiera di Papa Francesco per le vittime degli attacchi di Parigi e per il popolo francese: «Queste cose sono difficili da capire. Non ci sono giustificazioni per queste cose, questo non è umano» (Papa Francesco al telefono con TV2000).

Don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, ha dichiarato: «Davanti ai nostri occhi c’è un’evidenza: la vita di ciascuno è appesa a un filo, potendo essere uccisi in qualsiasi momento e ovunque, al ristorante, allo stadio o durante un concerto. La possibilità di una morte violenta e feroce è divenuta una realtà anche nelle nostre città. Per questo i fatti di Parigi ci mettono davanti alla domanda decisiva: perché vale la pena vivere?

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http://www.tracce.it/default.asp?id=371&id_n=50911 

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Angelus del Papa, domenica 15 novembre

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 Dopo l’Angelus:

Cari fratelli e sorelle,

desidero esprimere il mio dolore per gli attacchi terroristici che nella tarda serata di venerdì hanno insanguinato la Francia, causando numerose vittime. Al Presidente della Repubblica Francese e a tutti i cittadini porgo l’espressione del mio fraterno cordoglio. Sono vicino in particolare ai familiari di quanti hanno perso la vita e ai feriti.

Tanta barbarie ci lascia sgomenti e ci si chiede come possa il cuore dell’uomo ideare e realizzare eventi così orribili, che hanno sconvolto non solo la Francia ma il mondo intero. Dinanzi a tali atti, non si può non condannare l’inqualificabile affronto alla dignità della persona umana. Voglio riaffermare con vigore che la strada della violenza e dell’odio non risolve i problemi dell’umanità e che utilizzare il nome di Dio per giustificare questa strada è una bestemmia!

Vi invito ad unirvi alla mia preghiera: affidiamo alla misericordia di Dio le inermi vittime di questa tragedia. La Vergine Maria, Madre di misericordia, susciti nei cuori di tutti pensieri di saggezza e propositi di pace. A Lei chiediamo di proteggere e vegliare sulla cara Nazione francese, la prima figlia della Chiesa, sull’Europa e sul mondo intero. Tutti insieme preghiamo un po’ in silenzio e poi recitiamo l’Ave Maria.

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https://w2.vatican.va/content/francesco/it/angelus/2015/documents/papa-francesco_angelus_20151115.html  

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La riflessione del Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Massimo Camisasca dopo gli attentati di Parigi

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Di fronte ad eventi come quelli accaduti ieri a Parigi e a cui purtroppo assistiamo, in un crescendo di sgomento e di esecrazione dal 2001 a oggi (e Dio non voglia, anche in futuro), si intrecciano nella nostra mente riflessioni di diversa natura, ma pur sempre legate fra loro.

Fino al punto di uccidere e uccidersi sperando così di rendere gloria a Dio, fino al punto di distruggere i segni dell’arte antica come hanno fatto in Siria e Iraq, i segni del cammino dell’uomo verso la luce? Quale aberrante visione di Dio può condurre un uomo a odiare i suoi simili fino a desiderarne la strage?

I capi dei nostri Stati e governi hanno la grande responsabilità di compiere ciò che finora non è stato compiuto, anche per la divisione delle Nazioni che hanno guardato al proprio interesse particolare invece che al bene di tutti: fermare i terroristi.

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http://www.laliberta.info/2015/11/14/orrore-a-parigi-la-riflessione-di-camisasca/  

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Wael Farouq: “L’Isis ha un’ideologia chiara, l’Occidente vive di contraddizioni”
di Stefano Arduini, VITA.it

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Io credo che i fatti di Parigi ci dicano essenzialmente due cose. La prima è che l’Isis ha un’ideologia e un obiettivo chiaro: cancellare quella zona grigia che rappresenta l’area di dialogo fra mondo cristiano e mondo musulmano. I terroristi non hanno colpito il palazzo del Governo francese, hanno colpito un ristorante, uno stadio, un teatro. Quando spari in modo indiscriminato o ti fai esplodere in questo tipo di luoghi, non puoi sapere se ucciderai un francese, un italiano, un musulmano o un cattolico. Perché questi sono appunto luoghi di massa, dove la gente va per godere il bello del cibo, della musica e del calcio. Lì ci potrebbe essere chiunque. Quello di cui sei sicuro però è che colpirai uno spazio di relazione fra persone con culture e religioni diverse. La zona grigia, di cui dicevo prima. Tenga conto che la prima dichiarazione pubblica dell’Isis fu quella con cui richiamava tutti i musulmani sparsi per il mondo ad andare nello stato islamico. Questa ideologia punta ad avere un mondo diviso fra bianco e nero. È questa la ragione che spiega anche il perché del loro accanimento verso i luoghi di bellezza, penso al museo iracheno o a Palmira. Distruggono il bello perché la bellezza è un formidabile collante che unisce le persone al di là della loro nazionalità o del credo religioso. Altrimenti sarebbero comportamenti inspiegabili. È uno strategia chiara. Tanto da averla dichiarata apertamente attraverso le pagine di Daqib, la rivista dell’Isis e in diversi statements: la zona grigia va cancellata. Noi invece quella zona grigia dobbiamo difenderla strenuamente.

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http://www.vita.it/it/article/2015/11/15/wael-farouq-lisis-ha-unideologia-chiara-loccidente-vive-di-contraddizi/137399/  

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Intervista all’Arcivescovo di Parigi
Vingt-Trois “No alla tentazione dell’odio. Lenire questo dolore profondo”

http://www.tracce.it/detail.asp?c=1&p=1&id=50915

La vetrina del ristorante "Le Carillon", il 15 novembre (Steve Parsons/PA Wire)

La vetrina del ristorante “Le Carillon”, il 15 novembre (Steve Parsons/PA Wire)

Papa Francesco e la “conversione” che manca all’Islam
di Eugenio Mazzarella

http://www.ilsussidiario.net/News/Cronaca/2015/11/16/PAPA-E-ATTENTATI-PARIGI-Francesco-e-la-conversione-che-manca-all-islam/655910/

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La lettera di Antoine Leris, marito e padre di che ha perso la moglie e scrive ai terroristi e al mondo

 «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

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Antoine Leiris     Parigi       16 novembre 2015

 «Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio, eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale ciecamente uccidete ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore.

 Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi vorreste che io avessi paura, che guardassi i miei concittadini con diffidenza, che sacrificassi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.

  L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata.

 So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel Paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio». 

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