NADAR. La curiosità dell’amicizia
Alle origini della fotografia

A cura di Angela Madesani,
con Fulvio Magurno
e Camillo Fornasieri, Direttore del CMC.

Dal 20 ottobre, giorno della Inaugurazione, al 5 dicembre 2021
nella Sala Espositiva del CMC in Largo Corsia dei Servi 4,
con il patrocinio del Comune di Milano e della Regione Lombardia,
realizzata grazie a Nadar Srl, catalogo Nomos,
con scritti di Giovanni Chiaramonte e Angela Madesani.

Ingresso € 8
Ridotto € 5 (con biglietto Mostra Claude Monet/Palazzo Reale,
Amici CMC, studenti, over 65) 


Info 02.86455162
segreteria@cmc.milano.it
Ufficio Stampa CMC – Enzo Manes emanes@cmc.milano.it


Una rilettura del primo fotografo (Gaspard-Félix Tournachon 1820-1910), un incontro con la sua poliedrica personalità, anche di inventore, che ritrasse come amici i “grandi” che rappresentarono quel cambiamento che, da Parigi, si impose agli occhi del mondo.

Un significativo parallelo con il nostro tempo post-Covid verso cui ci affacciamo e che accompagna l’esposizione di Palazzo Reale dedicata a Claude Monet, amico di Nadar: il 15 aprile 1874, presso il suo studio in Boulevard des Capucines 35, si inaugurava la mostra di un gruppo di artisti, la Sociètè Anonyme, la prima mostra degli Impressionisti.

La “curiosità dell’amicizia” e della scoperta ha contrassegnato la sua vita. Giornalista, caricaturista e pittore, imprenditore e sperimentatore di nuove scoperte meccaniche e di volo, amico di Jules Verne, Claude Monet, Victor Hugo, intimo di Charles Baudelaire (1821 – 1867). Nasce con lui il tempo della fotografia.

Nadar ritrae l’amicizia intima e la consuetudine con i grandi di quel tempo. Elimina la retorica della posa, guarda al volto, al corpo. Restituisce la somiglianza intima dell’immagine fotografica, l’identità , l’atteggiamento esistenziale della persona, quello autentico, anche presuntuoso.

Non usa espedienti o fotomontaggio “per colmare la distanza tra l’immagine esteriore e perciò riproducibile della persona umana e quella identità integrale che conosce soltanto l’individuo nell’intimità della sua coscienza” scrive Giovanni Chiaramonte nel catalogo.

70 originali ed heliogravure, nelle dimensioni d’epoca ma anche ingrandimenti.

I ritratti, concreti e vitali dei grandi, chimici, scienziati, artisti, musicisti, letterati, politici del tempo: Delacroix, Monet, Manet, Millet; da Gioacchino Rossini a Liszt, Berlioz, Debussy; il fondatore della microbiologia e inventore del vaccino Louis Pasteur, gli amici Baudelaire e Hugo, George Sand, insieme a numerose metamorfosi teatrali dell’attrice di fama mondiale Sarah Bernhardt. Ma anche disegni di caricature, immagini di gente semplice e rari scatti all’aria aperta e i primi scatti al mondo di visioni dall’alto in mongolfiera e le catacombe di Parigi, la città dormiente dei resti dei grandi e degli umili, cittadini insieme: alla vigilia di un mondo che già scivolava verso la crisi dell’umano e il conflitto permanente che segnerà il XX secolo.

Le opere provengono dalla collezione genovese del fotografo Fulvio Magurno. In mostra dieci fotografie dal suo ciclo Confessionali, ritratti delle grate presenti in quegli arredi, come soglie del dialogo. Anche quello intimo tra Magurno, e Nadar che ha collezionato con così grande cura.

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