PERCHÉ
Numero 58
15 novembre 2024
Già: perché. Questo avverbio avvia, con una domanda, il desiderio di comprensione. Per la persona la familiarità con questo avverbio è cosa quanto mai sensata. Lo è sempre stata. Oggi, particolarmente. Questo numero di .CON è, per così dire, scosso dal “perché”. Avverbio che diventa origine del dialogo di Nicola Varcasia con l’americanista Mattia Ferraresi. Perché (ecco l’incalzare dell’avverbio) sono molti gli interrogativi che suscita l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti d’America. Fare un po’ di chiarezza, perciò, è necessario. Soprattutto in ragione dell’importanza che ancora riveste quella carica su scala internazionale. Senza trascurarne l’impatto che avrà all’interno, visto e considerato la scarsa conoscenza che, almeno da queste latitudini, abbiamo della vasta e variegata società americana.
E, a proposito di conoscenza, che è vicenda strettamente connessa all’avverbio perché, Walter Ottolenghi scrive del film “Berlinguer. La grande ambizione”. La pellicola, attraverso il racconto di uno spaccato di vita del segretario del Partito comunista italiano (dal 1973 al 1978), mostra alcuni aspetti fondamentali di quella stagione della politica, anche molto drammatica. E dell’Italia degli anni settanta del secolo scorso.
Mentre Roberto Persico recensisce l’ultimo libro dello storico medievista Marco Meschini. Che ha un bel titolo: “Le pietre e la luce. La cattedrale del Medioevo” (Sellerio). Non una guida turistica, ma un vero e proprio viaggio nella verità e nella bellezza di quelle magnifiche costruzioni d’amore. In quelle magnifiche testimonianze di fede. Così cariche del perché nel suo significato più profondo. Lo scrittore Alessandro Robecchi, invece, viene un po’ meno all’utilizzo autentico dell’avverbio perché. Nel suo nuovo libro “Le verità spezzate”, un noir piuttosto avvincente nella trama, si lascia guidare da intenzioni ideologiche che non possono non incidere sul buon esito del lavoro.
Infine, il podcast. Lo scrittore e critico letterario Alain Elkann racconta del grande romanziere di lingua ebraica Aharon Appelfeld morto il 4 gennaio 2018. Una voce libera, una voce di speranza, una voce di convivenza pacifica fondamentale da approcciare, particolarmente, oggi, in questo presente dilaniato; un tempo dove l’antisemitismo sta riprendendo un preoccupante vigore.
E, come sempre gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.
Buona lettura.