Via della pace non via dalla pace

© Pino Ninfa / Insediamenti nuovi coloni

La guerra va avanti. I fronti si allargano e feriscono. Danno da pensare.
E allora ti accorgi dell’inutilità di rincorrere il rito delle analisi, delle strategie, delle facili scorciatoie. E’ il tempo degli analisti, della mentalità degli analisti. Pensieri e parole che non aiutano. Ma cosa aiuta per vivere i fronti aperti? (editoriale).
Alessandro Banfi, leggendo l’ultimo libro di papa Francesco (Contro la guerra) ne coglie la forza, la ragionevolezza, la prospettiva di non cedere al sacrilegio della battaglia sul campo. Sacrilegio, sacrificio, insegnamento che divampano in Stalingrado, grande romanzo di Vasilij Grossman. Un’opera monumentale che, suggerisce Enzo Manes, aiuta a una comprensione della Russia che non conosciamo. Del popolo che viene prima della cappa ideologica che vorrebbe annichilirlo.
E di rovine, ma oltre le rovine, racconta il poema The Waste Lande (uscito proprio cent’anni fa) di Thomas Stearns EliotDaniele Gigli, profondo conoscitore della sua opera, ci invita alla lettura del poemetto. Per fare esperienza di una novità.
Di un’accorata e viva partecipazione alla domanda di verità che affiora nel capolavoro. Per nulla nichilista, come da liquidatoria interpretazione di troppa critica. E Paolo Covassii giovani e la scuola, dal vivo, cioè da dentro la classe in cui tutte le mattina insegna, racconta che qualcosa di inaspettato, sorprendente, gratuito può sempre accadere. È il risveglio dell’umano dove l’educazione non è una parola d’ordine, una formalità sfuocata, ma un metodo che è atto fiduciario. Speranza che dà senso al svegliarsi del mattino…
Da non perdere il podcast: l’intervista a Matteo Fanelli, autore del libro (Itaca ) “13 aprile 1945. La lotta partigiana e il martirio di Rolando Rivi”.

E, come sempre, le pennellate d’autore per immagini di Francesco Santosuosso.

Buona lettura e buon ascolto.