Libertà religiosa, politica, diritti: cosa fonda la convivenza?

Per il ciclo “L’Editto di Costantino: oltre la tolleranza, libertà e diritto alla verità”: 

Esiste un “bene comune” e come si declina oggi la sua ricerca nelle società occidentali ?
Domanda centrale di questi tempi, necessaria per ritrovare il rapporto autentico tra persona, Stato e politica. Lo spunto ce lo offre la ricorrenza dell’Editto di Milano, chiamato anche l’editto delle libertà. Per andare alla radice di cosa significa allora libertà religiosa, di espressione possiamo domandarci: il preteso riconoscimento, diffuso nelle nostre società, di ogni diritto sentito come tale è simile e analogo alla libertà religiosa dell’epoca di Costantino?
Il Discorso di S. Ambrogio “Editto Initium libertatis”, pronunciato dall’Arcivescovo di Milano Angelo Scola, ha suscitato un interesse che non si è ancora espresso in forma di dibattito e confronto.
Una nuova tappa dell’impegno del CMC che si sviluppa nel ciclo di incontri “L’editto di Costantino, oltre la tolleranza. Libertà e diritto alla verità”, realizzato per scoprire l’attualità e il senso della storica promulgazione della libertà religiosa come fondamento della comunità umana.
Il dialogo di Andrea Simoncini con Joseph Weiler, costituzionalista americano di fama internazionale, attento osservatore delle società e costituzioni europee (già rappresentante della causa dell’Italia e di altri Paesi europei contro la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo sul Caso Lautsi sul crocifisso nelle scuole) rappresenta un contributo originale al dibattito sui temi della convivenza che dominano i media.

“… rispettare la società civile implica riconoscere un dato obiettivo: oggi nelle società civili occidentali, soprattutto europee, le divisioni più profonde sono quelle tra cultura secolarista e fenomeno religioso, e non – come spesso invece erroneamente si pensa – tra credenti di diverse fedi. Misconoscendo questo dato, la giusta e necessaria aconfessionalità dello Stato ha finito per dissimulare, sotto l’idea di “neutralità”, il sostegno dello Stato ad una visione del mondo che poggia sull’idea secolare e senza Dio. Ma questa è una tra le varie visioni culturali (etiche “sostantive”) che abitano la società plurale. In tal modo lo Stato cosiddetto “neutrale”, lungi dall’essere tale fa propria una specifica cultura, quella secolarista, che attraverso la legislazione diviene cultura dominante e finisce per esercitare un potere negativo nei confronti delle altre identità, soprattutto quelle religiose, presenti nelle società civili tendendo ad emarginarle, se non espellendole dall’ambito pubblico. Lo Stato, sostituendosi alla società civile, scivola, anche se in maniera preterintenzionale, verso quella posizione fondativa che la “laicité” intendeva rigettare, un tempo occupata dal “religioso”. Sotto una parvenza di neutralità e oggettività delle leggi, si cela e si diffonde – almeno nei fatti – una cultura fortemente connotata da una visione secolarizzata dell’uomo e del mondo, priva di apertura al trascendente. In una società plurale essa è in se stessa legittima ma solo come una tra le altre. Se però lo Stato la fa propria finisce inevitabilmente per limitare la libertà religiosa.”

Cardinale Angelo Scola, Arcivescovo di Milano, 6 dicembre 2012
Discorso di S. Ambrogio

interviene
Joseph Weiler, Professore di Diritto europeo, New York University, Membro del Comitato di Giuristi della Commissione per gli Affari Istituzionali del Parlamento europeo che ha redatto la “Dichiarazione sui Diritti e sulle Libertà dell’Uomo”.

introduce e coordina
Andrea Simoncini, Professore di Diritto costituzionale, Università degli Studi di Firenze

Luogo: Sala Alessi di Palazzo Marino, Piazza Della Scala [MM1-3 Duomo]

Ingresso libero
Info e prenotazioni: 02/86455162

Foto

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Rassegna Stampa

5/02/2013, Tracce, Ubaldo Casotto
La libertà religiosa, al cuore della democrazia

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Approfondimenti

Marta Sordi - La svolta costantiniana


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