GETTARE LUCE


Numero 72
20 giugno 2025
Gettare luce. “Gettare luce dove le ombre si sono radicate più profondamente”. Così il grande scrittore statunitense Jonathan Safran Foer. È la concretezza della speranza che agisce soprattutto laddove ombre gigantesche sembrano aver rabbuiato tutto. Per gentile concessione del Centro culturale Primo Levi attivo in quel di Genova ospitiamo un incisivo e assai attuale intervento dell’autore di Ogni cosa è illuminata. Quel gettare luce è un indirizzo preciso, semplice e dirompente. Che accende. Questione che – per altri versi – ritroviamo nell’intervista all’ex ambasciatore russo Giorgio Starace realizzata da Marco Dotti in occasione dell’uscita del libro La pace difficile. Diari di un Ambasciatore a Mosca (Mauro Pagliai Editore). Si parla di guerra, delle “sragioni” della guerra e delle chance che può avere la pace nonostante le ombre così radicate nel cuore e nella mente di chi pratica la dialettica delle armi. Dalla Russia al Medio Oriente: stessa musica. Cattiva. L’analista della Fondazione Oasis, Claudio Fontana, ci consegna un approfondimento a pochi giorni dall’avvio del conflitto tra Israele e Iran. Un contributo che ci offre qualche elemento in più di comprensione di una tragedia in continua evoluzione.
E sono incisivi e luminosi i pensieri dell’urbanista Elena Granata (in dialogo con Nicola Varcasia) che invita la buona politica a mettere in campo soluzioni adeguate affinché le nostre città, Milano in primis, tornino ad essere luoghi del vivere e non città – mercato, città – merce. Città che hanno abbandonato la propria vocazione originaria di ambienti destinati a favorire la fioritura della dimensione umana, che è relazione. Insomma: stop alle città “ombrose”. E tra ombre e luci si snoda il contributo di Lorenzo Buggio che parte dal suo ritrovamento di un vecchio post salvato in un antico social network. Scritto da una ragazza in cura per disturbi mentali. Anche lì una vicenda di discese ardite e tentativi efficaci di risalita. Che hanno assai provocato l’autore dell’articolo. Infine, l’editoriale. Con l’appello di papa Leone XIV alla responsabilità e alla ragione, quale fattori chiave affinché ciascuno si renda effettivo operatori di pace. Un appello che chiama in causa tutti e, in primo luogo, i movimenti del mondo cattolico che, in forza del carisma incontrato e continuamente reso vivo, sono chiamati ad agire mantenendosi fedeli all’unità e alla missione. Dunque: unità, missione, responsabilità, ragione, luce. Parole dense di significato. Che, in questo numero della rivista, fanno da unico e prezioso filo rosso. Parole che sono architravi per le persone – i costruttori di pace – che contribuiscono, rimanendovi attaccati, a “gettare luce dove le ombre si sono radicate più profondamente”.
Buona lettura
Conversazione con Giorgio Starace a cura di Marco Dotti
L’ex ambasciatore italiano in Russia: costruire la pa…
Leggi articoloConversazione con Elena Granata a cura di Nicola Varcasia