Angelo Abbondio, un compagno di strada.

Angelo Abbondio dopo una lunga convivenza con la malattia è salito al cielo il 6 settembre all’età di 81 anni.
Figura di spicco della finanza italiana, tanto discreto quanto innovativo e pieno di entusiasmo nel pensare e decidere i passi che crearono il Fondo di Investimento Professionale e poi Symphonia. Crediamo di non sbagliare nel cogliere l’ammirazione -ed anche lo stupore- di diversi colleghi e rappresentanti del mondo della finanza per la sua capacità. Essa è stata -ed è un primo insegnamento che tratteniamo- l’ascolto della realtà, intero, continuato, fino a quei punti che i più considerano inutili, quelli dell’ideale, del movimento dell’umano, della fede.
Una scoperta che aveva cercato e che ad un certo punto della vita si era dilatata: la sua ricerca di verità si è incrociata con la persona di don Luigi Giussani, attraverso amici del suo quartiere.
Per noi del Centro Culturale di Milano è stato una presenza costante e attenta in mezzo alle tante persone che si incontrano.
C’è da ricordare come presso il Centro, fin dai Tempi della sede di via Zebedia insieme alla signora Fernanda, si svolsero i primi momenti di incontro e cena che volevi offrire al gruppo di tuoi amici, persone impegnate come te nel vivere la vita come movimento. Il primo fu proprio con don Giussani. Movimento verso l’altro, toccando quella umanità che poteva rimettere in azione e in discussione la professionalità di tanti, come tu desideravi per loro, un desidero che sintetizzava e riapriva le intuizioni di uomini in cammino col loro lavoro.
Il coraggio e la fedeltà gli altri insegnamenti che sono Angelo Abbondio.
Il coraggio di rompere gli schemi e trovare quella pace e curiosità rinnovata che seguendo il carisma di CL non aveva più smesso di seguire. Il grande successo delle sue iniziative finanziarie per lui diventa possibilità di condividere opere di ingegno, carità, testimonianza di cambiamento nel mondo, sostenendole, andandole a conoscere, curando i dettagli dei passi per migliorarle.
Proprio come un “angelo” per la città, in giro coi “mezzi” -come li chiamiamo a Milano, o a piedi, negli ultimi tempi a volte, con ritrosia, col taxi. Immagine di Milano stessa che c’è sempre quando hai bisogno, che compare dal silenzio col fragore della semplicità che ti dice, sono al tuo fianco.
Fedeltà. Personalmente mi sono sentito piccolo non solo di fronte alla sua figura pubblica, ma alla sua amicizia. Socio del Centro Culturale da sempre, insieme a Fernanda, vederli molto spesso tra il pubblico (“tienimi due posti”) è sempre motivo di conferma di un compito e di un servizio. Vederli come giovani a seguire i dibattiti sociali o il “loro” Manzoni” o Buzzati”.
Fino alla domanda più esplicita;” ma il Centro ha bisogno, come va? Ce la fate”, da cui è nato il suo impegno, rinnovato di volta in volta da quando la crisi finanziaria (appunto) ha modificato radicalmente la società e la partecipazione.
Un lungo affiancamento svolto come uno di tutti quelli del pubblico, con la generosità e con il consiglio, cercando nuove relazioni. Ecco la via nuova, era imparare a chiedere, come ha fatto lui verso di noi. Ecco un altro insegnamento che consegni a tutti noi, perché significa che l’ascolto c’è, che la realtà risponde, prima o poi, che c’è una ‘legge’, che Abbondio ha seguito per primo, e che rende la sua grande fede motivata e incisiva, che la realtà è positiva. La Fondazione Umano Progresso guidata da Cinzia sua figlia riassume i nomi di una possibilità tenace e pronta.
La preghiera mette insieme tutta la nostra umanità. L’immagine di trovarsi a pregare a lungo sulla tomba di don Giussani al Monumentale, ciascuno per il proprio bisogno, con quella pietra miliare e sicura, frapposta tra noi, mentre non c’era nessuno e ogni tanto uno sguardo che riferiva e sapeva l’uno dell’altro il desiderio, ti fa compagno indimenticabile e compagno arrivato del Destino buono che hai cercato sempre di toccare.
Camillo Fornasieri