Autocrazie, la caduta del senso del limite

Quel che succede in Russia e Turchia dice che oggi la politica viene azionata da autocrati che stanno imponendo una gestione illimitata del potere, aggressiva. Volontà di potenza che chiama volontà di violenza. Tale fenomeno esprime una profonda crisi dell’umano. Ma se non si riparte dal primato della persona la mentalità autocratica avrà sempre più chance. In barba alla ragione. In spregio alla realtà.


23 giugno 2023
Editoriale

Foto ©Joel Sternfeld-American- American Prospects

Il fenomeno delle autocrazie certifica la caduta del senso del limite applicato alla politica. Si tratta di una forma di governo che trova vasto consenso; tanto più che nel mondo il modello di democrazia, per come lo abbiamo conosciuto, risulta essere sempre meno attrattivo e ormai in posizione minoritaria su scala globale.

La realtà messa in ombra

Nelle autocrazie spadroneggia la figura del leader maximo che, in ragione di un potere illimitato conquistato con le più diverse armi, agisce sopra tutto e tutti, facendo così ombra alla realtà. Si tratta di un modo di intendere e praticare la ragione non rendendole un buon servizio. L’autocrate la piega, la rende inoffensiva. E così, liberandosi di quel che ritiene un fardello inutile, procede imponendosi e imponendo.

Quel che vediamo in questa ampia frazione di ventunesimo secolo è proprio l’abbandono del senso del limite. Quel limite che fa dell’uomo un vero uomo. Profondamente arricchito da quella mancanza che non è mancanza. Il fare la guerra al senso del limite sta producendo la guerra. L’autocrate, per raggiungere gli obiettivi che si è messo in testa, scarta la ragionevolezza del limite. L’autocrate è oggi l’esempio eclatante della cultura dell’irragionevolezza. Dell’illimitata spregiudicatezza che si traduce nel bandire qualsiasi forma di dissenso attraverso l’esercizio ora esplicito ora più furbo e sottile della violenza. La volontà di potenza diventa volontà di violenza.

©Joel Sternfeld, High line, New York

Le convinzioni illimitate degli autocrati

Putin in Russia ed Erdogan in Turchia sono oggi le punte di diamante (diamante con macchie rosso sangue) del fenomeno autocrazia. A loro il senso del limite fa senso. Lo avvertono come un ostacolo, come l’architrave di modelli politici tiepidi, insipidi, che stanno progressivamente mostrando la corda. In Occidente l’oggettiva disaffezione verso la democrazia non fa che esaltare le convinzioni degli autocrati.

La questione è certo politica, drammaticamente politica. Le autocrazie non sembrano avere la minima intenzione di allentare la morsa. E qualche analista potrebbe spingersi a ritenere che esse rappresentino la soluzione realistica alla crisi della globalizzazione. Una ritirata quasi naturale (ma assai presunta visto quel che accade) per avviare percorsi di salvezza nazionale. Anticamera di nuove e altri tentativi di prevaricazione o alleanze da posizione dominante.

L’agguato all’umano

Le cose non stanno così. La crisi della democrazia come l’affermazione delle autocrazie presentano, a ben vedere, un’origine comune. La crisi è strutturale. Riguarda cioè la persona. La quale svuotata dal senso del limite è portata, per un verso, ad opporre una evidente sfiducia verso le rappresentanze e, per l’altro, a guardare con simpatia mista ad un distorto sguardo realistico a forme di governo alternative, come sono appunto le autocrazie, versione contemporanea delle più canoniche dittature.

L’uomo, antropologicamente modificato, per lo più inconsapevolmente (ma non per questo meno responsabile) fa fuori il senso del limite, sragionando. È un uomo senza qualità, destrutturato. Che si immola per il non limite.

L’agguato all’umano, alla verità dell’uomo è pratica quotidiana. Così il valore della persona umana si merita il ghigno del potente di turno. Del re non più nudo. L’autocrate, sostenuto dall’autocrate che è in noi, liquida il primato della persona. Fa la guerra alla ragione. Usa il brodo di coltura dell’illimitato per autoalimentarsi. Così il limite, anziché essere cosa buona e giusta, ovvero cosa nota continuamente da conoscere attraverso la ragione, assume la caratterista di limite ignoto. Che non merita di essere conosciuto e frequentato.

Con le autocrazie la persona non va mai in pace.

Foto Joel Sternfeld – American Prospects