FRANCO LOI
Dallo scalo di Lambrate a don Giussani, un cuore pieno di stupore

di Camillo Fornasieri, 5 gennaio 2021 IlSussidiario.net

Se la città ha una memoria, Franco Loi era un luogo che la svolgeva.

È morto ieri, alla vigilia ormai prossima del suo 91esimo anno, uno dei più significativi poeti e scrittori del dopoguerra, nato a Genova ma milanese in tutto e per tutto.
Nel 2021, anno che inizia con l’approssimarsi del centenario del suo amatissimo Dante. “I’ mi son un che, quando Amor mi spira, noto, e a quel modo ch’e’ ditta dentro vo significando”, questa è la poesia, ripeteva, quasi a chiunque e incessantemente Franco Loi. E io voglio essere un poeta, cioè un uomo.
Da qualche mese Silvana, la cara moglie, acuta osservatrice e custode dell’humus della poesia di Loi, dopo lunghi anni di malattia, aveva lasciato vuota la casa di viale Misurata a Milano, dove hanno vissuto insieme e dove centinaia di persone hanno potuto ascoltare, imparare, discorrere con lui in questi tanti anni che oggi sembrano, proprio per questo, buttarci addosso una grande e improvvisa mancanza.Sì perché Franco Loi è stata una presenza nella città, discreta, lontana dalle mosse istituzionali e celebrative di Milano, ma vicino, dentro la vita di tanti, di tantissimi giovani. Uno sempre fedele ai rapporti, anche antichi, in attesa, con la discrezione che si rinnovassero. Nella lunga frequentazione che ho avuto la fortuna di avere con lui, attraverso il Centro Culturale di Milano, mi era sempre evidente che gli incontri, le cose, le vie della città, gli eventi umani e urbani piccoli e grandi, precisamente da lui individuati e motivati, erano immediatamente percepiti da lui come una umanità che si svolge e che prende posizione nel mondo. Presenza perché vedeva e quindi sapeva, pur nella grande discrezione, qual era il motivo del tuo agire, la tua vera moralità, anche di quelli da cui riceveva lodi e premi.
Non quella superficiale dell’onestà, da autentico ex comunista – ben presto da giovane si staccò per ipocrisia dell’ideologia che tutto giustifica – sapeva che quel che resta e si vede è il motivo ultimo della tua vita, della tua azione, del tuo parlare: la tua umanità.

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