Io ballo con te

Arriva il luogo digitale del pensiero in movimento.
“. Con” è Il nuovo strumento di approfondimenti, riflessioni e scoperte del Centro Culturale di Milano.
Un appuntamento relazionale con la lettura. Un’esperienza di navigazione al largo.  


19 febbraio 2022

Non pochi anni fa, se vogliamo in un altro tempo storico, Bernardo Bertolucci firmava nel 1996 un film dal titolo curioso e allarmante insieme: “Io ballo da sola”. Se non ricordiamo male la pellicola ebbe un discreto successo, tuttavia nulla di paragonabile ad altre sue prove dietro la macchina da presa. Comunque se ne parlò. Si richiama quel titolo, esistenzialmente così programmatico, perché questo foglio di approfondimenti e di setaccio di pensieri proposto dal Centro culturale di Milano – che andiamo ora a inaugurare – insiste sulla centralità della relazione umana quale fonte primaria di sbocco culturale. Ecco perché “. con” come scelta di testata. Sarebbe come aggiornare l’io ballo da sola (Bertolucci ci perdonerà) con uno sfidante io ballo con te. Sfidante perché il titolo scelto da Bertolucci non può lasciare tranquilli. Se preso seriamente in considerazione è un’immagine straziante.

Il famoso e celebrato regista afferma l’ineluttabilità dell’assenza dell’altro allorché traccia il percorso iniziatico della giovane protagonista nel contesto di una fumosa e parentale comune nel senese. La sua liberazione, la sua crescita, il suo passaggio è uno strappo. Una certa idea di emancipazione. Nel racconto le relazioni sono quelle che sono. Appunto, allarmanti distanze, separazioni dentro giornate zoppicanti. Quanto cinema, quanta letteratura, quante serie televisive hanno fatto proprio, sviluppandolo, il tema della libertà costruita sull’assenza dell’altro. Cancellato perché inutile e dannoso. D’altronde, è vero che la relazione non è un atto scontato. Non va da sé.

È una conquista, è un rapporto fiduciario da mettere in piedi e tenerlo in piedi, un filo che unisce e mai una volta per tutte.

Culturalmente e cautamente l’io ballo con te è una sfida interessante nel tempo in cui tutto ciò che è motivo d’inciampo merita di essere cancellato. Conforta e motiva il poeta Hölderlin: «Là dov’è il pericolo, là cresce anche ciò che salva». Il fenomeno totalitario della cancel culture è la messa in pratica dell’assenza del dialogo con pensieri altri. È l’elogio indiscutibile del fare piazza pulita della nota ritenuta stonata.

È il trionfo della cultura del piagnisteo dispiegata con toni sempre più accesi e violenti. Robert Hughes, anche lui nell’ultima parte dell’altro secolo, documentava quel conformismo paralizzante con preoccupata chiarezza. Umanamente, è la pratica della dissoluzione della diversità che è poi annichilimento del soggetto che la coltiva con virulenza irragionevole.

Ecco allora che “. con” si propone come uno strumento culturale per accendere e mantenere vivo e vivace il dialogo con chi già conosce gli oltre quarant’anni di storia del Centro culturale di Milano e con i nuovi che si affacciano. Un foglio digitale di relazione, di pensiero non omologante e omologato. Nel quale dare spazio a mondi che vanno conosciuti. Anche quelli che presumiamo di conoscere. Un metodo semplice, un legame che non cancella nulla. Che ci tira in ballo. Per ballare con te.


Immagini
In alto: Foto di scena da La La Land, film del 2016 diretto da Damien Chazelle
Al centro: Foto di scena del film “Zorba-The-Greek”, con attore protagonista Anthony Queen (nella foto).
In basso: “Singing Butler”, dipinto da Jack Vettriano