L’ultima invenzione dei social network: i fininfluencer

Non per soldi ma per denaro

La complessità che stiamo vivendo sta favorendo l’ascesa pericolosa di soggetti che attraverso la rete promettono guadagni facili. Un problema serio, un incontro che non promette nulla di buono. Anche in Italia il fenomeno è in crescita. E sfrutta una ancora poco diffusa educazione finanziaria. Con ricadute negative sulla finanza in quanto tale. Che è una cosa seria. Per questo motivo conviene sempre affidarsi a interlocutori credibili. A promotori finanziari con le accertate carte in regole: leggi studi e autorizzazioni. Che non promettono la luna. Che non mettono a rischio la sostenibilità e la solidità finanziaria del cliente. Che non fanno Tik Tok ai tuoi quattrini…


10 marzo 2023
di Gianfranco Fabi

Vi dice niente il nome di Jack Spencer? È un giovane e dinamico irlandese che, dopo aver fatto (pochi) soldi mettendo su YouTube video di fitness è diventato super-ricco dedicandosi ai consigli di Borsa.
Lo potete vedere appassionato e coinvolgente nelle sue analisi che sono tuttavia tutt’altro che libere e indipendenti. Per 37,43 dollari potete acquistare anche la sua divisa da lavoro: un semplice T-shirt con la scritta “Not a financial advisor”, cioè “Non sono un consulente finanziario”.
Non solo per mettere ironicamente in guardia i visitatori, ma soprattutto per non incorrere nelle sanzioni, anche pesanti negli Stati Uniti, per chi svolge un’attività di consulenza senza essere registrato o autorizzato.

Cattive ricette

Dal 1940 infatti negli Usa è in vigore l’Investment Advisers Act, che indica l’obbligo della registrazione presso le autorità statali e federali per considerarsi consulenti finanziari.
Anche in Italia la professione è strettamente regolamentata dalla Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa, nell’ambito della quale è stato creato l’Ocf è l’Organismo di vigilanza e tutela dell’Albo Unico dei Consulenti Finanziari.
Per diventare consulente è necessario avere un diploma di studi quinquennale in ambito economico-finanziario e aver superato un esame valutativo. Bisogna inoltre rispettare i requisiti di indipendenza, di chiarezza organizzativa, di solidità patrimoniale.
Tutto questo per dire che la consulenza finanziaria è una cosa seria. Eppure navigando tra Internet e i social media è facilissimo incontrare chi dà consigli, chi ha la ricetta esclusiva per guadagnare mille euro al giorno, che promette informazioni sicure e di prima mano sul futuro che verrà.
La presenza dei fininfluencer, gli influencer della finanza, si allarga sempre di più. Gli interventi classici, ormai considerati come la preistoria, sono quelli su Facebook, un social media che ha avuto un picco di popolarità qualche anno fa, ma che poi è diventato una palestra per i giovani che non si rassegnano a diventare adulti.
C’è poi Linkedin, il social media in giacca e cravatta, professionale e austero per una presenza istituzionale. Poi è diventato di moda YouTube insieme ad Instagram per la possibilità di avvicinare, con foto, video e dirette, un pubblico più vasto e diversificato. Ma è ormai arrivato in prima fila TikTok, il social media cinese, che ha dimostrato una grande flessibilità operativa e che sta estendendo la propria area di interesse ben al di là del mondo giovanile, dove è ormai diventato uno status symbol.

Il social cinese che “influenza”

TikTok è un social molto “flessibile”. Si presta a molti tipi di presenza. Dai video registrati alle dirette in streaming. È così che nascono i brevi interventi di consulenza finanziaria che possono essere montati e presentati in tanti modi. E con in più l’accattivante possibilità di monetizzare il gradimento del pubblico attraverso gli sticker, acquistati all’interno dell’app, che i follower possono inviare durante la diretta.
Il pubblico di TikTok è in gran parte giovane, tra i 15 e i 24 anni. Ma l’interesse si sta estendendo agli adulti che magari iniziano a “navigare” per cercare di capire che cosa fanno i figli e poi si appassionano e non si staccano più dal (piccolo) video.
Certo, il limite è che su TikTok i filmati devono essere rapidi e brevi, ma con il grande punto di forza, comune a tutti i social media, della viralità dei messaggi con la possibilità di avviare una catena di condivisioni che moltiplicano il pubblico potenziale.
È significativo che sul fronte finanziario gli #hashtag più ricercati su TikTok siano #trading, #bitcoin, #investire, #guadagni e #borsa. Come dire che prevale l’aspetto della finanza speculativa, della ricerca della possibilità di guadagni facili, della Borsa come campo dei miracoli. Per non parlare dei rischi collaterali del network “made in China”, rischi di interessi nascosti, di violazioni della privacy, di veri e propri furti di identità. Rischi che hanno portato la Commissione europea a chiedere a tutto il suo personale di chiudere entro il 15 marzo le app di TikTok non solo dai telefoni aziendali, ma anche da quelli personali.

Il vero ruolo del consulente

Una realtà particolarmente complessa, e ricca di multiformi interessi come quella della finanza, avrebbe bisogno di prudenza, rispetto, e massima cautela: tutto il contrario delle frasi ad effetto, delle promesse roboanti, delle certezze di guadagni altrettanto facili quanto imponenti, tutte caratteristiche di chi dispensa consigli sui social network.
Compito del consulente dovrebbe essere quello di mettere a fuoco le esigenze, le prospettive e la sostenibilità patrimoniale del cliente e della sua famiglia per indicare le soluzioni che possano meglio rispondere a situazioni del tutto personali. Non si tratta di dare consigli come se si potesse conoscere in anticipo l’andamento dei mercati finanziari e nemmeno di fare il piazzista cercando di vendere i prodotti speculativi
Con un punto di partenza: la competenza. Il sistema finanziario è per sua natura complesso e diversificato.
Con i prodotti a disposizione del pubblico che rispondono ad una regola aurea: la sicurezza è inversamente proporzionale al rendimento. Un titolo “sicuro” difficilmente potrà dare soddisfazioni in termini di interessi, mentre con strumenti fortemente speculativi (pensiamo alle criptovalute) si possono ottenere grandi guadagni o, soprattutto e più facilmente, altrettanto grandi perdite. 

C’è troppa maleducazione

Vi è da dire che l’attrattiva dei fininfluencer fa facilmente leva sulla scarsa educazione finanziaria degli italiani. Nelle statistiche Ocse nel 2020, il nostro paese occupava il 25esimo posto su 26 per le conoscenze in ambito economico e finanziario della popolazione. È uno dei fallimenti di una scuola che non riesce a rinnovarsi e a parlare con il linguaggio dell’attualità. Fa da contraltare il fatto che almeno cresce il numero delle persone che dimostrano interesse per i temi economico-finanziari.
Un’indagine di Pictet Asset Management ha messo in luce come la quota degli italiani che si dice abbastanza o molto interessata a questi temi è passata in un anno dal 76% all’82%. Ed è significativo che si dice interessato il 70% degli studenti universitari, con una crescita del 20%, con gli studenti delle scuole medie che sono passati addirittura dal 34 al 53%.

Bitcoin

Occhio ai chatbot finanziari

Secondo gli analisti di Pictet “il mutato contesto geopolitico, conseguenza dell’epidemia prima e del conflitto in Ucraina dopo, unitamente agli effetti su inflazione e instabilità economica, hanno contribuito in modo significativo a sensibilizzare anche i meno coinvolti”.
Più educazione finanziaria quindi. Anche perché nel mondo del denaro i trabocchetti non mancano. A fianco dei fininfleuncer in carne ed ossa sta infatti crescendo l’attrattiva dei chatbot finanziari. L’ultima diavoleria basata sull’intelligenza artificiale che offre la possibilità di dialogare con un computer, ovviamente informatissimo, intelligente e razionale. Sicuramente capace di spiegare compiutamente come mai una previsione sia stata completamente smentita dai fatti.
E così anche per i chatbot come per i fininfluencer dovrebbe valere la regola: “Non datemi consigli, so sbagliare da solo”.

Banche e banchieri dal Film “Mary Poppins”