Oggi si mangia molto bene… in carcere!

Metti un carcere all’avanguardia come quello di Bollate, appena fuori Milano; metti un’illuminata imprenditrice della ristorazione e metti detenuti impegnati a riscoprire, grazie a una proposta concreta, la propria dignità nella realizzazione di un lavoro ben fatto. Questo è “InGalera”, il primo ristorante al mondo allestito dentro una prigione. Aperto alla cittadinanza. Adesso questa storia di speranza e riscatto viene raccontata in un documentario. Titolo: Benvenuti in galera

      


26 gennaio 2024
Non fiction 
di Beppe Musicco

Fotogramma dal Film Documentario Benvenuti in galera

L’idea di andare a pranzare o cenare in un carcere evoca pensieri poco simpatici riguardo alla location o al menu. A molti verranno in mente scene di film nei quali i detenuti mangiano dietro le sbarre, in affollati refettori, prendendo il cibo con posate di plastica da vassoi metallici, o addirittura rifiutando il cibo; comunque di certo non belle esperienze.
A contraddire nei fatti questa visione è l’esperienza del carcere milanese di Bollate: Benvenuti in galera di Michele Rho è un documentario che racconta la storia, decisamente straordinaria, di “InGalera” il primo ristorante al mondo aperto alla cittadinanza, ma in un carcere, nel quale lavorano (in cucina e in sala) i detenuti stessi.

La Locandina del Film Documentario Benvenuti in galera

Successo commerciale, soprattutto umano

Rho, già autore di altri documentari di successo su realtà sociali, racconta l’esperienza del ristorante aperto nel settembre 2015, attraverso il supporto di diverse testimonianze. A partire da quella di Silvia Polleri l’imprenditrice della ristorazione che è stata l’ideatrice del progetto, e alla cui passione e caparbietà si deve la realizzazione di quello che per lei era un pressante desiderio che si è trasformato in un successo commerciale, ma soprattutto umano.
Nel racconto il ruolo di narratore è affidato a Davide, chef anche prima dell’esperienza carceraria e ora responsabile del ristorante; un uomo dalla spiccata (e anche spigolosa) personalità, così come i suoi colleghi che parlano con semplicità della loro storia, anche criminale; di quanto il ristorante sia stato fondamentale come occasione per ritrovare la dignità attraverso un lavoro altamente qualificante, ma soprattutto per sentirsi nuovamente persone oggetto di rispetto e di stima. Nelle parole della Polleri e nei dialoghi dei vari intervistati emerge lo scopo primario dell’iniziativa di “InGalera”: permettere di nuovo alle persone di sentirsi tali, vedere una speranza e una prospettiva per il proprio futuro, attraverso l’acquisizione di una professionalità e della capacità di lavorare in squadra rispettando i vari ruoli.

La Casa Circondariale di Milano Bollate, il ristorante In Galera rappresenta un esempio concreto di reinserimento sociale dei detenuti

Presa di coscienza

Pur nella sua brevità, ci sono diversi bei momenti in Benvenuti in Galera, come le scene dedicate alla selezione del personale gestita dalla stessa Polleri, o il dietro le quinte del lavoro nelle cucine. La forza del documentario, semplice nella sua realizzazione e girato in tre anni attraverso un sobrio e riuscito bianco e nero, sta proprio nel pacifico svelamento umano, della presa di coscienza, nello scoprire la soddisfazione per il proprio lavoro ben fatto. In una realtà per certi versi inimmaginabile, lo spettatore si scopre più vicino ai detenuti di quanto si possa pensare; e anche chi va a mangiare con qualche pregiudizio a “InGalera”, molto spesso si trasforma in un cliente affezionato.

Benvenuti in galera
Regia: Michele Rho
Italia 2023
70’