FUOCO VIVO E FUOCHI FATUI

Numero 59
29 novembre 2024

Il fuoco fatuo. Cioè vano, vuoto, leggero, vale a dire ininfluente o malamente influente. La cultura come fuoco fatuo davanti a un presente che fa fuoco e fiamme e il riferimento alle più terribili manifestazioni della violenza è un grosso problema. Eppure le cose stanno così. Ma perché oggi la cultura non ha i colori del fuoco vivo? Perché ha accettato di ridursi, di uniformarsi, di ergersi a guida del conformismo diffuso. Mentalità, appunto. Fuoco fatuo, dunque.
Di questo parliamo nell’Editoriale prendendo come riferimento il pensiero originale e perciò assai attuale di Joseph Ratzinger e di chi, provocato dal suo essere testimone di fuoco vivo, ha accettato di riscaldarsi a quei lampi di luce pur appartenendo a una cultura diversa. E fuoco vivo ha testimoniato la professoressa e scrittrice iraniana Azar Nafisi. Con il suo bestseller del 2003, uscito in anno vent’anni fa, “Leggere Lolita a Teheran” (Adelphi), ha dimostrato come solo la cultura completamente legata alla realtà può essere al servizio della libertà in un Paese che puntualmente la nega con la pratica del terrore.
E a proposito di fuoco e fiamme, certo la tiepida Europa non si è accesa per il documentato presentato da Mario Draghi. Da questa mancata risposta oppure prevedibile risposta Walter Ottolenghi parte per una puntuale riflessione e analisi dove ha posto all’attenzione alcune questioni di fondamentale importanza per il Vecchio Continente e quindi per l’Italia. Vere e proprie urgenze.
Il professor Paolo Covassi racconta di una lezione in classe del tutto imprevista e fiorita durante un tradizionale venerdì di sciopero. Un mattino di fuoco vivo a scuola. Con il Dante della Divina Commedia chiamato in causa. Perché il Sommo Poeta s’intende non poco di fuoco e fiamme…
Con “Settembre nero”, l’ultimo romanzo di Sandro Veronesi, entriamo in una storia molto italiana. Dove il vuoto arriva all’improvviso a mandare in frantumi un’estate di vacanze in Versilia. Il giovanissimo protagonista sembra poter vivere un bellissimo periodo, di piccole scoperte, di amicizie, del primo amore. Tutto fuoco vivo. Poi, succede altro. Ma quel che succede sarà comunque una lezione di vita?
Beh, il cinema di Clint Eastwood è il fuoco vivo che riscalda tutte le situazioni. I fuochi fatui non hanno via di scampo. Lui, come il grande Cormac McCarthy, non se la canta e non se la suona. Va dritto per dritto. E sono scottature. Come racconta Beppe Musicco nel suo contributo. Un ripasso della magnifica filmografia di Eastwood in dieci film. O meglio in 9 + 1.       

E, come sempre gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.

Buona lettura.

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