Riapparve l’esperienza cominciando ad abbattere i bastioni

di Camillo Fornasieri

Quella novità che tutti attendiamo, che renderebbe il nostro tempo più vero e umano, ha una storia, cominciata con precisi momenti e indizi rintracciabili.

Che cos’è la Chiesa e cosa c’entra ad esempio il Concilio Vaticano II, qual è la novità autentica che Papa Francesco con tanta sollecitudine mostra al mondo e ai cristiani?

Una folla di persone riunite a Milano da queste domande e dalla presenza vivace e profonda di Massimo Camisasca e Massimo Borghesi, ha cominciato a rinvenire le tracce di questo percorso.

Chi sono, a chi appartengo, in cosa consisto, da dove viene il messaggio che porto? La Chiesa, attraverso le sue guide, da Papa Giovanni XXIII che con coraggio aprì quella stagione, a Paolo VI che la condusse in porto, al magistero vivente e straordinario di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, possiamo dire che ha cominciato a rivolgere a sè stessa quelle domande come fosse un singolo uomo, un corpo unico e unito. Questo era dunque il motivo profondo di quell’urgenza generalmente identificata come caratteristica dell’origine del Concilio: come raggiungere e comunicare a un mondo profondamente cambiato, come esserne in rapporto?

Soprattutto l’apertura e la disponibilità a che le risposte venissero non “dettate” (dalla tradizione), ma emergessero dalla vita, fatta dalla riscoperta di ‘tutta’ la traditio, sono state il coraggio e la certezza di quel momento, del portato sino a noi, non una parte di essa, predefinita. Non dunque da un’analisi ‘nuova’ ma ugualmente sociologica, ma dal guardare a cosa caratterizzasse il fenomeno dell’origine di una comunità, di un riconoscimento –come quelle dei primi secoli.

“Abbattere i bastioni”, fu il coraggio, come indica il ricordato volumetto di von Balthasar edito nel 1966: quelli delle sponde che rischiavano – e sempre rappresentano inevitabilmente questa tentazione- di sostituire l’unica certezza capace di essere risposta a quelle domande decisive ed alle quali non sfugge nessuna istituzione del mondo, ma anche nessuna vita di singolo, né oggi né ieri, appunto.

Possiamo dire che ritornava al centro “l’esperienza”, dell’io del uomo, di quell’essere che Dio guarda come oggetto del suo stesso essere.

Un esempio di una grande novità, una, tra le molte, moltissime emerse dagli interventi e documenti del Concilio -che fanno capire quanto ci sia da ora in poi da conoscere, guardare, capire: la libertà religiosa.

Rifondando così il rapporto con la diversità di partenza delle culture, dei popoli, dei singoli, disegnata nella Umanae Dignitatis, documento che anticipa di gran lunga i tentativi e studi del mondo laico sulla convivenza. Dove l’esclusiva non sta più in un posto assegnato ma nella corrispondenza della ragione, propria di ogni esperienza elementare dell’uomo e il fatto di Cristo. Dove tutto si gioca nella libertà di verifica e di non mentire a stessi (e al mondo) circa l’evidenza di un esperienza più umana, più vera.

Se tutti i bastioni, le certezze sociali, dunque di potere, venivano via via abbattute, fino a Benedetto XVI con il suo gesto di passaggio del mandato “petrino”, cosa emergeva in alternativa? Quale certezza -perché ben su qualcosa l’uomo deve contare, esterna a sé, a patto di autocostituirsi lui misura di tutte le cose- ? Questa certezza è quella che Francesco pone all’inizio della sua Esortazione (la Evangelii Gaudium) e che riassume tutto questo percorso storico: “Non mi stancherò di ripetere quelle parole di benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: ”All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grane idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà ala vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva”.

Non sono queste parole l’illuminazione intera del cammino della Chiesa che ci mostra il percorso storico, cioè di incarnarsi di un avvenimento, fino ad oggi? Con la medesima consonanza, con anticipo temporale di visione, cominciavano riconoscimenti tra persone fondati sulle scommessa della libertà come unico punto su cui poggia un’adesione. Esse investirono i giovani, il punto più scoperto e fragile, ma vero banco di prova a se il cristianesimo fosse o non fosse più qualcosa di ancora proponibile e contemporaneo (1954-2014 ad esempio il fenomeno di Comunione Liberazione) e avesse un valore nell’orizzonte del cambiamento del mondo.

Quel doloroso percorso, pieno di revisioni ma anche di perdite era dunque iniziato –quanta gente e risorse disperse, fughe (pensiamo alle sofferenze di Paolo VI che ascoltò tutti, come ricordava mons. Camisasca) che caratterizzarono il ‘paraconcilio’, segnato dalla ‘ambiguazione’ delle parole come libertà, coscienza, presenza, missione, cultura, perché corrispondenti ad un esperienza astratta e dettata dal mondo; o, nella stessissima misura, come in quelle ancor oggi resistenti, magari in nome del ‘non negoziabile’.

I bastioni da abbattere somigliano molto a quelli che invoca il mondo, ma sono invece l’edificazione su mattoni ben chiari e toccabili, come la pietra angolare. Questa certezza su cui poggiarsi può essere infatti sì esterna a sé, ma rimanere sempre all’interno del nostro potere, quello della società che si rispetta, serve, per cui ci si prodiga, del ‘commento’; ma ultimamente potere impermeabile ad un giudizio di altra sorgente. Quella di altra autorevolezza, quella dell’esperienza, criterio unico: allo stesso tempo nostro ma esterno a sé (coscienza). Un potere che sia ragionevole, altro da noi stessi, rimasto invisibile ma da 2000 anni così vicino, visibile e udibile come un invito, come popolo che pone una domanda a ciascuno perchè continuamente la pone a stesso, insieme allo stupore ed entusiasmo di essere investito di una novità nell’esperienza.

Come possiamo evincere oggi è più che mai viva la battaglia con il Potere, essa parte perciò dal “conoscere”, dal non credere già di sapere cosa sia il cristianesimo –rischiando di dire banalità su certe grandi parole- seguendo le tracce di ciò che è accaduto sotto i nostri occhi in quel secondo novecento, come ad esempio l’occasione della canonizzazione di Giovanni Paolo II ci offrirà.

Una revisione e conoscenza di molti fatti, persone, luoghi comuni. Invitiamo perciò, per cominciare, a guardare il Video intero dell’incontro con Borghesi e Camiscasca “Cos’è la Chiesa e quale novità il mondo aspetta. Dal Concilio all’Evangelii Gaudium”.