Passione per l’umano, passione per la libertà. Tracce di politica nel pensiero di Luigi Giussani
Lunedì 10 giugno 2024 ore 20.45 Auditorium CMC
Largo Corsia dei Servi, 4 – Milano
Dialogo sul libro di Andrea Gianni
ed. Cantagalli EUPRESS FTL
Intervengono
don Alberto Cozzi teologo, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale
Onorato Grassi Filosofo, Università LUMSA, Roma
Silvano Petrosino Filosofo, Università Cattolica di Milano
l’Autore giornalista e consulente editoriale
Coordina : Camillo Fornasieri, Direttore del CMC
Un incontro per presentare un bel libro e per scrutare quella relazione con la politica nel pensiero di uno dei grandi educatori e pensatori del Novecento, per scoprirne la pertinenza e originalità per tutti e in questo nostro tempo.
Luigi Giussani, geniale innovatore nel comunicare a che cosa serve Cristo, parla di politica molto spesso, persino durante gli esercizi spirituali. Ma non perché miri ad una società fondata su Dio e Cesare, come alcuni si ostinano ancor oggi a sostenere per pura miopia, ma perché Cristo serve a tutti e a tutto. Il cristiano e la polis, cosa cambia la fede nel vivere la democrazia, il desiderio e il Potere, il giudizio. Il cristianesimo e l’orizzonte di liberazione dell’uomo.
Luigi Giussani, geniale innovatore nel comunicare a che cosa serve Cristo, parla di politica molto spesso, persino durante gli esercizi spirituali, ma non perché miri ad una società fondata su Dio e Cesare, come alcuni si ostinano ancor oggi a sostenere per pura miopia, ma perché Cristo serve a tutti e a tutto.
Perciò egli identifica l’avvenimento cristiano in un moto di amore, anzi di passione per la persona così come è, cristiana o no, con i sentimenti che ha di sé stessa e con le sue «esigenze ultime» (papa Francesco). Il manifesto del suo originale pensiero, il senso religioso, recide alla radice il dualismo moralistico tra l’avventura umana – come è quella cristiana, diceva Silone – e la politica; un dualismo fornito sul piatto d’argento anche da cristiani, ai fautori di un separatismo e di una laicità che, dichiarando di volere tenere distinti ciò che è di Dio da ciò che è di Cesare, finisce solo (ma qualcuno ci punta) per relegare la più umana delle esigenze fondamentali, quella del significato di tutto, nella nuova riserva indiana della modernità.
Questo libro propone l’opzione di Giussani che la politica ha a che fare con l’io; il quale non può essere sé stesso se non riesce a contribuire al bene dell’altro senza moralismi e senza parzialità, e ancor più se il desiderio del compimento di sé non sta altrettanto a cuore del desiderio di risolvere il bisogno materiale, cioè di avere e fare una politica buona. Il suo paradossale realismo sfida direttamente la falsificazione conflittuale della politica, con la legge fissata da Hans Urs von Baltasar che detta: «solo l’amore è credibile».