Ucraina. La pace possibile. Guerra e martirio di un popolo

Giovedì 7 marzo 2024 ore 21.00
Auditorium CMC Largo Corsia dei Servi, 4.

Dialogo con
Kostantin Sigov, Filosofo, Università Nazionale Accademia Mohyla di Kyiv
Partecipano
Riccardo Bonacina, Portavoce di MEAN e fondatore di VITA
Adriano Dell’Asta, Presidente di Fondazione Russia Cristiana
Coordina
Camillo Fornasieri, Direttore CMC
Traduzione di Caterina Dell’Asta Zakharova 

Nel ricorrere dei due anni dall’inizio della guerra portata in Ucraina, tra resistenza e ricerca della pace, una riflessione ideata con Fondazione Russia Cristiana e MEAN-Movimento Europeo di Azione Nonviolenta. che danno vita, insieme al CMC, ad un incontro con il filosofo ucraino Konstantin Sigov filosofo, implicato da sempre con la vita del Paese.
La guerra ha già seminato tutta la sua distruzione, prenotando numerosi anni a venire.
Il popolo della “martoriata Ucraina”, come instancabilmente Papa Francesco la nomina e la ricorda tutti i giorni, ancora resiste e prega, nella stanchezza e amarezza, quotidianamente, mentre le analisi a distanza in questa triste ricorrenza si sprecano.
Dinanzi alla immutabile protervia del potere, quale speranza vive, come la pace è possibile, su che cosa costruisce il suo coraggio? E quale impegno quotidiano è richiesto a noi nella solidarietà  -che per molti non si è fermata-  nella politica?
Insieme con risponderanno due protagonisti di cultura, giornalismo e impegno, rappresentanti degli organismi coinvolti.
Fra i docenti più in vista della più antica università ucraina, l’Accademia Mohyla di Kiev, Kostantin Sigov aveva scritto lo scorso marzo una lucidissima e vibrante “Lettera da Kiev” capace d’attirare l’attenzione internazionale (in Italia, l’ha tradotta la rivista Limes)
«La nascita di una nuova Europa» (Quand l’Ukraine se lève (“L’Ucraina s’è desta”, Talent), il suo libro uscito in Francia, scritto con la giornalista transalpina Laure Mandeville.
E’ giunta l’ora per una nuova grande stagione della dissidenza e occorre studiare e riscoprire quella storia (non conosciuta abbastanza) che segna una originalità e diversità di fronte ad ogni violazione dei diritti umani, in un Occidente che persegue i suoi affari con un regime riconosciuto come terrorista dall’Europarlamento e da diversi Parlamenti europei. Queste attribuzioni sono giunte quest’anno, ma il regime uccide da 20 anni i dissidenti o i protagonisti di resistenze locali. Adesso, per aprire appieno una nuova stagione, occorre tornare a leggere pure quelli che hanno già dato la loro vita su questo fronte troppo spesso sottaciuto”.

Evento passato