Forse che il fine della vita è vivere? Annalena, la bicicletta, il mondo


Lunedì 30 ottobre 2023 ore 21.00 – Auditorium CMC
Largo Corsia dei Servi, 4 Milano
(MM1 MM4 San Babila; MM3 Duomo)

Dialogo a partire dal libro di Annalena Benini “Annalena” ed. Einaudi
con Annalena Benini, Giornalista e scrittrice, direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino
Suor Marcella Catozza, Fondazione Via Lattea
Interventi di Carlo Simone e Andrea Siciliano
Coordina Maurizio Vitali, Giornalista

«Lei è stata la dismisura in tutto, ma la vita è anche mancare qualcosa, non riuscire in qualcosa, non colmare la misura fino all’orlo»
Che ne è del bisogno e del desiderio di ideale e si significato che si agita nel nostro vivere quotidiano di noi uomini occidentali? Chi sono io, gli altri? Il mondo?
Un dialogo tra una giornalista e una suora francescana che, attraverso i più poveri, serve l’uomo nel suo bisogno di destino: per riscoprire come le esigenze di verità, giustizia, significato, siano la stoffa stessa della vita e il suo fascino. Ma esigono una risposta.

Lo spunto ce lo offre Annalena Benini, giornalista de Il Foglio, scrittrice (da poco nominata direttrice del Salone Internazionale del Libro di Torino) che ha espresso nel libro “Annalena” l’inquietudine e il pungolo che ha destato in lei la figura di Annalena Tonelli, suora che partì da Forli per l’Africa negli anni ’60 e donò tutta se stessa ai poveri del mondo, fondando una missione, uccisa dieci anni fa. Un confronto con una figura di ideale e di fede altissima.
La giornalista conosce da sempre questa storia fa anche parte della sua famiglia, ma adesso qualcosa è successo e quel nome identico al suo la insegue come una domanda, c’è un mistero che resta.
Con lei Suor Marcella Catozza, di Busto Arsizio, travolgente presenza in Albania, Kosovo, a Parintis in Brasile dal Vescovo Frigeni coi caboclos, dal 2005 ad Haiti a Waf Jeremie, immensa baraccopoli della capitale Port au Prince, la bidonville più pericolosa al mondo, fondatrice dell’Opera Missionaria Via Lattea di cui spiega così il nome: perchè Via Lattea?
«Una sera facevo la mia solita passeggiata; non c’era la luna, ma il cielo era assolutamente limpido, carico di stelle. Proprio sul voltare della strada, improvvisamente, ho visto (è stata l’unica volta nella mia vita in cui mi è capitato) un ponte sull’acqua, tra oro e argento: ma non era il ponte che di solito il sole o la luna fanno sul mare; quella notte il ponte sul mare era fatto dalla Via Lattea! […]
Allora ho pensato: «È proprio vero che esiste il centuplo quaggiù di cui ci parla Gesù. Chi sa osservare il mare fino a questo punto? Chi sa osservare le cose fino a questo punto?». E dicevo ai miei ragazzi: «Il ponte di luce sul mare con la Via Lattea nessuno di voi lo ha mai visto, lo ha mai osservato, lo ha mai scoperto, né lo scoprirebbe mai se non facesse attenzione alle cose come l’amore al destino, che è Cristo, rende capaci di fare».
Luigi Giussani
da Si può vivere così? Uno strano approccio all’esistenza cristiana

Due donne con lo stesso nome, due vite lontanissime. Annalena Tonelli aspira all’assoluto, Annalena Benini davanti all’assoluto vacilla. Come tutti noi. Ma con sguardo disincantato, estremamente contemporaneo, si confronta con quella figura magnetica e schiva che incarna la fragilità e la potenza di tutte le donne, e che di continuo le dice: e tu? Da una polmonite anche un po’ comica fino alla scelta piú estrema: in entrambi i casi si tratta di scosse. Annalena Tonelli è una ragazza degli anni Sessanta col futuro in mano: bella, il pensiero affilato e veloce, la prima fra gli amici a ballare il twist, borse di studio a Boston e New York, poi la laurea in Giurisprudenza. Ma a diciannove anni ha già incontrato la sua vocazione, «perché non è possibile amare i poveri, senza desiderare di essere come loro».

Cosí allena il suo corpo a dormire quattro ore per notte, a vivere di pochissimo, elimina per sempre la vanità dalla sua vita. Non vuole che nessuno si innamori di lei, perché lei arde già di amore per gli ultimi della Terra. E questo sentimento bruciante la spinge lontano da Forlí, a coltivare il fiore dell’umanità nei deserti piú aridi. Illuminata dall’amore per Dio e dall’umanesimo di Simone Weil, Etty Hillesum, Virginia Woolf: esprime il massimo della libertà nel massimo dell’umiltà.

Annalena Tonelli ha esercitato, con la vita e con gli scritti, un pensiero altissimo e dirompente, con il quale Annalena Benini si confronta e si scontra. Questo libro è un viaggio moderno e accidentato, ricco di domande e confessioni, nel tentativo di guardare, dal basso, con piena coscienza dei propri limiti, e non senza autoironia, la scala che sale fino all’assoluto. Arrivando alla scoperta entusiasmante e complessa che il pensiero piú libero e coraggioso del Novecento è un pensiero femminile.

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