Pensiero, psicoanalisi, letteratura.
Giancarlo Ricci psicoterapeuta milanese (1950/2020)

Martedì 12 marzo 2024 ore 18.30
Auditorium CMC Largo Corsia dei Servi, 4.

Intervengono
Mariolina Ceriotti Migliarese, psicoterapeuta
Roberto Mussapi, poeta e scrittore
Alessandro Zaccuri, giornalista e scrittore
Coordina Camillo Fornasieri, Direttore del CMC

Un dialogo per raccontare le caratteristiche di pensiero e azione di uno psicanalista che a Milano, con la sua personalità, curiosità e preparazione, in diversi campi della cultura, ha rappresentato un punto di koinè e confronto, di entusiasmo e passione per lumano.
Intervengono alcuni protagonisti che danno vita a un incontro per spezzare il pane di un debito.
Protagonisti di vari ambiti che con lui hanno condiviso ricerche e interventi o anche si sono a distanza confrontati con lui. In un tempo storico “nostro”, che vedeva il formarsi di nuove originali prospettive ed anche una crisi antropologica della cultura.
Richiesto dal mondo della comunicazione, nella stagione della nascita e sviluppo di Agorà, la pagina culturale di Avvenire, scrittore di diversi libri con incursioni nell’arte, nel segno o nel pensiero filosofico.
Giancarlo Ricci ha lasciato un vuoto, ma ha lasciato un segno e un metodo.
Una passione per l’umano che il titolo di un suo libro ben identifica: “l’atto e la storia” (“Benedetto XVI, Papa Francesco e la fine del Novecento”)
Psicoanalista di formazione freudiana, con diversi importanti volumi sul padre della psicoanalisi (come La città di Freud, Jaca Book). Così spiegava:
“Il lavoro analitico punta a ritrovare il desiderio di progettare una libertà Altra che ha il sapore di una conquista perenne. Si tratta di qualcosa di differente rispetto al classico concetto di liberarsi da o di qualcosa. Evidentemente non ci si libera dall’inconscio, ma proprio qui risiede la cifra dell’umano. Saper fare lealmente (eticamente) i conti con questa cifra, senza aggirarla e senza scorciatoie, chiama in causa un differente concetto di libertà”

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