Memoria

© Copertina numero 22

Numero 22
27 gennaio 2023

MEMORIA

La pianticella della memoria è fragile. Sballottata di qui e di là. Però, sembra tenere. Ma è fondamentale innaffiarla tutti i giorni. Averne cura come solo per le persone e le cose a cui più si tiene. In questo numero la memoria è il cuore pulsante degli articoli. Anche riportando alla luce fatti della storia magari dimenticati o non ancora conosciuti. Ad esempio l’affronto a Benedetto XVI cui venne impedito da professori sapienti intolleranti di rispondere positivamente all’invito del rettore dell’università La Sapienza: doveva portare un saluto e svolgere un intervento in occasione dell’avvio dell’anno accademico. L’evento era previsto per il 17 gennaio 2008, quindici anni fa. Per spegnere le polemiche, ma non senza dolore davanti a quell’irragionevole niet, papa Benedetto XVI rinunciò a partecipare. Uno smacco per la libertà di pensiero. Il trionfo della tolleranza intollerante. Conviene, perciò, non dimenticare. (vedi editoriale).
Sulla memoria, su un fatto straordinario, ecco un libro di Ritanna Armeni (“Il secondo piano”): un piccolo convento di suore francescane che, per senso di autentica carità cristiana, ospita ebrei in fuga dal Ghetto di Roma. Mesi durissimi, con paura. Ma senza rassegnazione. Anche perché il pericolo è al piano terra dove le suore sono costrette a fornire locale per l’allestimento di un’infermeria per i feriti tedeschi che occupano la città eterna. Un’ottima lettura per la Giornata della Memoria. Memoria è tornare e far rivivere, scoprendone di nuovo le ragioni di quel sacrificio, la storia del gruppo di giovani della Rosa Bianca. Una pagina straordinaria. Di presenza cristiana irriducibile in una società succube del totalitarismo nazista. Quel totalitarismo impegnato a mettere in pratica il genocidio degli ebrei. Il podcast dà voce al diario di Etty Hillesum e alla riflessione suscitata da quel pensiero così forte, così impregnato di vita, così di speranza pur nel tempo della speranza calpestata.
E ancora, a proposito di speranza che resiste, ecco la recensione del film “Grazie ragazzi!”. Una vicenda anche commovente di educazione al bello con reclusi in carcere. Una prova di teatro per affermare, sempre e comunque, la novità della vita. Una lezione da mandare a memoria. Come si fa memoria paragonandosi con due interventi del grande scrittore ceco Milan Kundera. Un gigante del pensiero, un fedele discepolo della libertà.

E aiutano a fare memoria gli editoriali per immagini di Francesco Santosuosso.

Buona lettura e buon ascolto.